Psicologo-Psicoterapeuta ad orientamento gestaltico - Monza

La Psicoterapia della Gestalt

La scelta del modello terapeutico per uno psicoterapeuta è un pò come un vestito che si deve sentire comodo per farci stare a nostro agio: solo se abitiamo un vestito che sentiamo nostro e che esprime il nostro stile e la nostra personalità possiamo sentirci radicati e sicuri delle nostre potenzialità e della nostra essenza.  Dunque l’abitare con comodità un modello è presupposto fondamentale per essere d’aiuto e fare il meglio per le persone che si affidano a noi. La Psicoterapia della Gestalt, con i suoi principi che sento affini alle mie credenze e ai miei valori, è il modello che mi ha consentito di integrare conoscenze e competenze cliniche a ciò che sono come persona, permettendomi di essere pienamente presente e di sostegno all’Altro. La visione olistica, l’ottica relazionale ed estetica mi hanno permesso di affinare la sensibilità e l’intuizione trasformandole in preziosi strumenti di contatto. Il concetto di co-costruzione sostiene l’umiltà e consente di non cadere nella trappola dell’esistenza della LA verità, permettendomi di essere curiosa e di restare in ascolto costante della percezione e della costruzione di significati dell’Altro.

La Psicoterapia della Gestalt si inserisce nell’ambito delle terapie umanistiche, nasce in America intorno al 1950 e contribuirono alla sua formulazione anche l’Olismo, la Fenomenologia e l’Esistenzialismo.

I principi che caratterizzano questo approccio terapeutico sono:

  • La visione olistica, cioè il considerare l’uomo come un organismo unificato capace di funzionare su più livelli tra loro interdipendenti, integrati ed integrabili: Il livello del pensiero (mente) e il livello dell’azione (corpo). La persona è costituita dal funzionamento integrato nel tempo e nello spazio dei vari aspetti della persona. La mia formazione mi porta a considerare e ad osservare globalmente come la persona blocca il respiro, quali rigidità corporee, come si pone in relazione con me, oltre al livello verbale. Da questo punto di vista, quindi, curare esclusivamente un aspetto della persona o identificare una parte come la causa del problema significa frammentare artificialmente ciò che in realtà è qualcosa che funziona come unità.
  • L’intenzionalità organismica: ogni individuo ha la capacità di evolvere naturalmente verso la sua realizzazione, ma talvolta non essendo sostenuto a sufficienza dall’ambiente relazionale in cui vive, questa tendenza all’autorealizzazione viene bloccata. La Psicoterapia in questo senso ha l’obiettivo di creare un ambiente in cui la spontaneità di evoluzione si ripristini. Infatti come Psicoterapeuta della Gestalt sono interessata non tanto al perché un individuo sia così, quanto al come e cosa sperimenta nella relazione con l’altro.
  • Il Contatto: La terapia della Gestalt viene definita anche Terapia del Contatto, dove il buon funzionamento della persona dipende dalla capacità di fare un buon contatto, inteso come esperienza interna in cui l’individuo si sente raggiunto dall’Altro.
  • La Positività del sintomo: Il sintomo viene visto non come qualcosa da eliminare, da debellare o combattere, ma come un adattamento creativo della persona ad un ambiente relazionale che non ha sostenuto la sua tendenza innata all’autorealizzazione. In questo senso il disturbo non è mai intrapsichico ma si sviluppa in una relazione ed è curabile in una relazione: ciò che cura non è la spiegazione razionale, ma il poter sperimentare nella relazione terapeutica la possibilità di tornare a vivere con pienezza, rispettando la propria capacità innata di autoregolarsi nelle relazioni.
  • Il Qui ed ora: L’approccio della Gestalt guarda al passato perché esso rappresenta la storia dell’individuo e ne racconta le esperienze: io sono questo! Ma il lavoro per la crescita evolutiva deve basarsi sul presente, “chiudendo” le esperienze aperte che non permettono all’individuo di riprendere il cammino evolutivo verso la propria innata capacità di regolarsi nella relazione, e non solo a livello verbale, ma anche a livello di sicurezze corporee e definizioni sociali o relazionali. Inoltre, questo principio mi porta ad avere una visione più globale delle patologie, dal momento che queste non si possono scindere dal contesto sociale in cui sorgono.

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